Pugno Precordiale #PiccoleCoseUtili - Trenta e Due

Spesso nei film e nelle serie tv ci mostrano rianimazioni che si concludono con il soccorritore che sferra un pugno sullo sterno della persona in arresto cardiaco. A quanto mostrato nei film questa tecnica è anche piuttosto efficace. Ma viene realmente utilizzato questo metodo di RCP?

Il pugno che tutti noi almeno una volta abbiamo visto sul grande e piccolo schermo ha un nome: il Pugno Precordiale. Questa tecnica era insegnata ed utilizzata diversi anni fa in particolari situazioni. Cosa prevedeva? Il soccorritore facendo partire il pugno da circa 20 cm dal petto della persona in arresto cardiaco, lo colpiva con la parte ulnare della mano sulla metà inferiore dello sterno. Quando si applicava? Si applicava entro e non oltre i primi 30 secondi dall’insorgere dell’arresto cardiaco, non doveva essere utilizzata in caso di arresto cardiaco senza testimoni in contesto extra ospedaliero e comunque non si applicava se era a disposizione un defibrillatore. Questa tecnica era utile? Perché le linee guida aggiornate non ne parlano? In rarissimi casi questa tecnica ha permesso di convertire la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare in un ritmo cardiaco efficace, nella maggior parte delle situazioni questa tecnica non portava alcun beneficio, anzi poteva generare complicanze quali frattura dello sterno, osteomielite, ictus e aritmie maligne negli adulti e nei bambini. Già dalle linee guida internazionali del 2010 se ne limitava fortemente l’utilizzo.

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Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale. Fotogramma tratto dal trailer di “Nina” serie tv Sky Life©